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Immagine del redattorePaolo Benanti

L'Hamburger di Frankenstein, ossia la rivoluzione della carne sintetica


In libreria un nuovo testo sulla carne sintetica, ecco una scheda proposta dall'editore.

Descrizione

Il 5 agosto 2013 oltre duecento giornalisti si accalcano nei Riverside Studios di Londra. La folla, analoga a quella che si raduna per la presentazione degli smarthphone o dei computer più innovativi dei maggiori brand internazionali, non è però in attesa di un conglomerato prodigioso di silicio e vetro, bensì di un hamburger, non meno stupefacente dal punto di vista tecnologico. Il panino in questione è una «creazione» del professor Mark Post, docente di Biotecnologia all’Università di Maastricht, che ha confezionato il piatto utilizzando carne sintetica, detta anche artificiale o in vitro. Da quel momento un alimento che da sempre accompagna l'uomo può essere pensato come qualcosa che non è artificiale (è pur sempre carne), ma non è neanche naturale (non proviene da un animale). Che cosa comporta questa rivoluzione? Quali domande etiche solleva? Perché tutto questo interesse dell'Hi-Tech su un prodotto come la carne?

Sommario Premessa. I. Il mondo scopre il Frankenburger. II. La carne come fatto culturale. III. Silicon Valley e viaggi spaziali. IV. Polpette etiche. V. La governance dello sviluppo. VI. Questioni emergenti. Conclusioni. Nota bibliografica.

Note sull'autore Paolo Benanti, religioso del Terzo ordine regolare di san Francesco, è docente alla Pontificia Università Gregoriana e all’Istituto teologico di Assisi. Specializzato in Bioetica e nel rapporto tra Teologia morale, Bioingegneria e Neuroscienze, collabora con l’American Journal of Bioethics – Neuroscience ed è membro dello staff editoriale di Synesis. Con EDB ha pubblicato La condizione tecno-umana. Domande di senso nell’era della tecnologia (2016).

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