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Immagine del redattorePaolo Benanti

Arrivano i biohacker: cambiare il proprio DNA come filosofia di vita


Editing genomico come body art E se dopo i tatuaggi, i piercing e la body art la frontiera di modificare il nostro coprpo fosse il DNA? Infatti modificare la propria costituzione genetica sta diventando sempre più mainstream. Come? Usando lo strumento di modifica genetica CRISPR. L’ingegneria genetica possiede oggi degli strumenti che fino a pochi anni fa erano impensabili. Il più efficiente e promettente è il cosiddetto CRISPR-Cas9: una tecnica, precisa e potente, che usa la molecola Cas9 e un sistema batterico chiamato CRISPR presente in circa la metà dei batteri e nel 90% degli archeobatteri. CRISPR è l’acronimo di clustered regularly interspaced short palindromic repeats (brevi ripetizioni palindrome raggruppate e separate a intervalli regolari). Il complesso CRISPR-Cas9 è presente in natura e forma un complesso che fornisce una sorta di “sistema immunitario” per i batteri: tra le sequenze ripetute del DNA dei batteri questo sistema “memorizza” tratti di DNA che “archiviano” pezzi di codice genetico di virus che hanno attaccato in precedenza i batteri. Utilizzando questi tratti “memorizzati” come stampo, le proteine Cas attaccano i virus che contengono quel tratto di DNA degradandolo. Sfruttando questa caratteristica si può esplorare qualsiasi DNA alla ricerca di particolari sequenze facendole tagliare dalle Cas9. La tecnica può essere utilizzata in molti modi: per la cancellazione di interi geni; per introdurre nel genoma, in un punto preciso, un segmento di codice del tutto estraneo; per correggere geni mutati in modo che tornino a funzionare bene. La vera rivoluzione introdotta da questa tecnica è la semplificazione del processo ingegneristico che consente una manipolazione del codice genetico prima impensabile: CRISPR-Cas9 è un metodo più preciso rispetto a tutte le tecniche precedenti – dette a DNA ricombinante – anche se non è infallibile. Questa tecnica fornisce uno strumento di precisione, che consente di intervenire in modo mirato persino sulle singole basi che compongono il DNA. La presenza nei batteri di altre proteine del sistema Cas fa pensare, allo stato attuale della ricerca (2017), che la tecnica possa essere perfezionata e si possano implementare altre funzioni. La scoperta di questa tecnica ha portato ad applicare CRISPR-Cas9 per modificare il DNA di embrioni umani. I primi esperimenti di questo tipo sono già stati effettuati, e hanno riguardato zigoti e blastocisti non sani, che non avrebbero potuto svilupparsi in esseri umani. Il primo esperimento in tal senso è del team di Junjiu Huang dell’Università Sun Yat-Sen di Canton, in Cina: nel 2015 i ricercatori hanno tentato di correggere la mutazione che causa la beta-talassemia ottenendo 28 successi su 86 tentativi, con alcuni “effetti collaterali”, dal momento che CRISPR-Cas9 ha dato luogo anche ad altre mutazioni non volute, tagliando il DNA anche al di fuori della sequenza target. Da allora gli interventi sull’uomo si stanno moltiplicando e hanno riguardato anche ricerche condotte negli USA, nel Regno Unito e in altri paesi occidentali.

Un nuovo tipo di pirati: i biohacker Quello a cui assistiamo oggi è la nascita di una nuova sub-cultura che si pone all'incrocio tra la cultura hacker e alcune visioni del corpo come opera d'arte dei gruppi fondanti la body art. Dagli hacker si mutua lo spirito di sperimentazione e di indagine che negli anni Settanta aprì la strada a una serie di eccezionali scoperte fatte da altri hacker (spesso giovanissimi) che riuscirono, con pochi e rudimentali mezzi, a portare avanti progetti innovativi e a “forzare” sempre di più le capacità delle macchine allora disponibili. Inoltre quando l‘interesse degli hacker cominciò a spostarsi anche sull’hardware nacque una nuova esigenza: quella di diffondere i computer tra le masse, creando, in sostanza, una nuova relazione tra l’uomo e la macchina.

Alla body art si deve la tematica della corporeità legata a un inusuale utilizzo del corpo: gli eventi estetici si collocano come momento di indagine profonda del sé e la corporeità si afferma come il territorio privilegiato di ricerca identitaria. È, interessante notare come entrambi questi movimenti nascano all'interno dei processi di cambiamento storico e sociale strettamente legati agli avvenimenti storici della fine degli anni Sessanta e degli anni Settanta.

Nascono oggi i biohacker: persone e comunità che fanno ricerca biologica nello stile hacker, cioè al di fuori delle istituzioni, in forma aperta e orizzontale, condividendo le informazioni. "Si tratta di esperienze in cui, tramite la rete o costruendo laboratori a cui chiunque possa accedere e partecipare, si cerca di rendere la biologia più collettiva e aperta” (Alessandro Delfanti, Biohacker. Scienze della vita e società dell’informazione, Eleuthera 2013). Proprio come accade nella produzione di software open source.

Steve Wozniak (Oak Toebark) e di Steve Jobs (Berkeley Blue) che nel 1972 crearono le prime “blue box“,vale a dire dei device utilizzati per hackerare i sistemi telefonici.

Storie di hacking contemporaneo

A ottobre 2017, cioè un mese fa, Josiah Zayner, un biochimico che un tempo lavorava per la NASA, è diventato la prima persona conosciuta per aver modificato i propri geni con CRISPR.

Josiah Zayner il primo che ha modificato il proprio DNA

L'esperimento di Zayner ha lo scopo di aumentare la forza muscolare. Nel 2004 una prestigiosa rivista scientifica (New England Journal of Medicine 350-26(2004), pagg. 2682-2688) ha pubblicato un articolo di un bambino di 5 anni in Germania, con una mutazione del gene della miostatina, che presentava un enorme sviluppo muscolare. L'idea allora era di rimuovere il gene responsabile della produzione della miostatina la proteina che limita la crescita muscolare negli esseri viventi. Un esperimento simile nel 2015 ha dimostrato che questo funziona anche nei bracchetti (la razza beagle) il cui genoma è stato modificato nella fase embrionale.

Durante una conferenza sull'ingegneria genetica umana trasmessa in diretta su Facebook, Zayner ha tirato fuori una fiala di DNA modificato e una siringa, iniettandoselo in diretta. Ora, seguendo le sue orme, altri biohacker si preparano a fare il grande passo e ad "armeggiare" con i propri geni. Parafrasando le sue parole lo scopo di questo gesto è scientifico ma anche culturale. Se questa modifica può sembrare un po' folle, dobbiamo ricordare che se gli umani sono (e dovrebbero essere) autorizzati a tatuare, perforare o modificare chirurgicamente i loro corpi per avere l'aspetto desiderato, sempre per Zayner, questa autodeterminazione dovrebbe valere anche per le alterazioni genetiche.

Un nuovo paradigma culturale Zayner vuole aiutare anche altri a modificare il proprio DNA. Il gesto ha fatto scalpore per aver spinto molto oltre i confini della sperimentazione genetica fai-da-te. Questo è il primo biohacker che è cerca di modificare il proprio genoma con l'innovativa tecnologia CRISPR. Zayner sta fornendo al mondo anche i mezzi per farlo pubblicando online una Guida alla CRISPR umana e vendendo un kit a 20$ contenete DNA che favorise la crescita muscolare. Lo stesso Zayner ammette che i suoi esperimenti nell'ultimo anno non hanno cambiato visibilmente il suo corpo. E gli esperti affermano che nell'iniettarsi questi kit ci sono dei rischi. Le persone potrebbero infettarsi o indurre una reazione infiammatoria. Ma per Zayner, indipendentemente dal fatto che l'esperimento funzioni o meno, il biohacking è fuori questione.

Quello che sta cercando di dimostrare, secondo quanto ha detto Zayner a BuzzFeed News, è che gli strumenti della biotecnologia d'avanguardia come la CRISPR dovrebbero essere disponibili per le persone per fare ciò che vogliono, e non essere monopolizzate o controllate da accademici e aziende farmaceutiche. "Voglio vivere in un mondo in cui le persone quando si ubriacano invece di farsi dei tatuaggi, possano farsi una mutazione CRISPR da soli", ha detto Zayner, mostrando compiaciuto alcuni tatuaggi.

"Sembra pazzesco, ma penso che sarebbe un mondo piuttosto interessante in cui vivere", ha aggiunto Zayner. "Dovremmo essere in grado di fare tutto ciò che vogliamo", ha detto. "Ci sono molte cose che accadono durante un giorno normale che fanno molto più danno, probabilmente, di cose come la CRISPR".

Quali domande etiche?

Il numero di possibilità tecniche di cui dispone l’uomo, solleva il problema del rapporto che deve sussistere fra la possibilità tecnica e la possibilità o liceità morale di applicare queste stesse tecniche. Alcuni sostengono una sorta di neutralità etica del mondo della ricerca scientifica, rivendicando per il ricercatore ogni forma di autonomia o di libertà morale affermando che, in quanto ricercatore, questi sia soggetto solo alle leggi scientifiche del settore in cui opera e non alle leggi morali, che limiterebbero il suo spazio operativo, precludendo anche la possibilità di pervenire a risultati e nuove scoperte. Questa visione implica l’esclusione di questo settore dell’attività umana dall’ambito della valutazione morale: in maniera esplicita o implicita tale esito è il frutto del ribaltamento del rapporto gerarchico esistente fra il valore della ricerca scientifica e quello degli esseri interessati dalla ricerca, soprattutto quando si tratta di esseri umani, sui quali vengono a ricadere eventuali danni o che vengono sacrificati in nome del valore della ricerca stessa.

A ben vedere quindi non esiste neutralità etica per un’azione di ricerca o di sperimentazione scientifica specie per l’ingegneria genetica: questa è finalizzata al raggiungimento di certi scopi, coinvolge altri esseri e provoca su di loro delle conseguenze. Tuttavia rilevare uno statuto di non neutralità etica non significa automaticamente un giudizio morale negativo su di essa. Tale attività può risultare moralmente accettabile oppure moralmente riprovevole: compito della riflessione etica è proprio l’elaborazione di tale giudizio.

Di fatto il problema del rapporto fra possibilità tecnica e possibilità morale è semplicemente un aspetto del molteplice problema etico-normativo dell’attività umana. In particolare per il nostro campo di indagine questo può essere formulato così: l’intervento di ingegneria generica, reso possibile dalle nuove scoperte scientifiche, è moralmente lecito o è illecito?

Poiché la CRISPR può essere attuata su ogni forma di vita e persino su quella umana e con molteplici scopi, la domanda dovrà essere scissa in più questioni: È moralmente lecita l’ingegneria genetica sulle piante? È moralmente lecita quella applicata sugli animali? La si può applicare anche sull’uomo? Quali scopi dell’ingegneria genetica sono leciti? Quali illeciti? Poiché poi una simile tecnologia, così come tante altre, implica necessariamente fasi di ricerca e di sperimentazione, non si può fare a meno di chiedersi se dal punto di vista morale risulti giustificabile ogni tipo di ricerca e di sperimentazione o se si debbano porre dei limiti

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